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Le fortificazioni del Grappa

Memoria sui lavori difensivi eseguiti sul Grappa prima di Caporetto

Antonio Dal Fabbro (Milano 1866 – Belluno 1929), sottotenente del genio venne promosso tenente nel 1888 e l'anno successivo assegnato al 4° reggimenti genio pontieri e trasferito nel 1893 alla direzione del genio di Verona. Prese parte alla campagna d'Africa, rimpatriato venne destinato alla direzione del genio di Messina ove progetto e diresse la costruzione del Santuario di Antemare e la strada Peloritana. Nel 1900 ritornò al 4° genio pontieri e nel 1901 venne promosso capitano a scelta per esami. Nel 1903 venne destinato all'Ispettorato generale del genio e poi alla sottodirezioni di Udine e Belluno dove dal 1905 fino allo scoppio della 1ª guerra mondiale diresse la costruzione dei forti Cima Campo, Cima Lan e Lisser e delle difese campali nella val Brenta – Cismon; nel 1910 venne promosso maggiore a scelta per meriti eccezionali e tenente colonnello nel 1914. Allo scoppio delle ostilità fu comandante del genio della Fortezza Brenta – Cismon e poi della 15ª divisione.

Nel settembre 1915 divenne comandante del genio del V° corpo d'armata e venne promosso colonnello. Nel marzo 1916 fu trasferito in qualità di comandante del XVIII° corpo d'armata, nel giugno successivo divenne il comandante del genio del Comando Truppe Altipiano (C.T.A.) e poi della 6ª armata dove rimase fino al marzo 1918.  Nel luglio 1917 venne promosso colonnello brigadiere. Nel marzo 1918 venne trasferito al comando generale del genio in qualità di capo del 1° ufficio lavori dove rimase anche dopo la fine della guerra per assolvere il compito della ricostruzione dei territori bellunesi.

La relazione Dal Fabbro sui lavori di difesa nel massiccio del Grappa

Il generale il 20 luglio 1922 mandava all'Ufficio Storico dell'Esercito e per conoscenza al generale Cadorna una memoria riguardante i lavori sul Grappa prima di Caporetto. Arrestata l'offensiva nemica dal Trentino, stabilizzata e rafforzata la nuova linea fra Astico e il  Brenta da Punta Corbin a Cima Caldiera, portata a buon punto la costruzione della linea di difesa marginale dell'Altipiano di Asiago, sussidiata  da una seconda linea intermedia e da una terza più bassa denominata linea delle colline, S.E. Cadorna, nell'autunno 1916 ordinava lo studio e l'attuazione di una complessa sistemazione difensiva intesa a far fronte alla eventualità di una nuova e più potente offensiva che, riuscì a sfondare le linee dell'Altipiano di Asiago, tentasse dilagare nella pianura compresa tra Astico e Brenta. Il concetto al quale si informava detta sistemazione, era quello di arginare e contenere l'ipotetica nuova invasione, per dar tempo ad una armata di manovra di fronteggiarla e batterla tra Cittadella e Vicenza. Lo studio dettagliato di detta sistemazione difensiva venne compilato dal sottoscritto quale Comandante del Genio delle Truppe degli Altipiani, che ne curò poi l'esecuzione a mezzo degli organi tecnici dipendenti.

 La sistemazione stessa comprendeva a grandi linee:

“a)  il rafforzamento della sponda destra dell'Astico, da Caltrano a Quinto Vicentino, appoggiato a robuste difese ricavate Nel gruppo di alture di M. Grumo, M. Grimaldo, M. Costone,

Montecchio Precalcino;

b)   apprestamento a difesa della sponda sinistra del Brenta da Solagna a Fontaniva;

c)  la chiusura, mediante profondi reticolati ed appostamenti per mitragliatrici, di tutti i passaggi e canaloni che dal fondo di Val Brenta salivano al massiccio del Grappa fra Solagna e la confluenza del Cismon col Brenta;

d)   il rafforzamento delle difese dello sbarramento di Val Brenta e Cismon in modo da chiudere la Valle Cismon al suo sbocco in quella del Brenta e da collegare tali difese con quelle di Col  del Gallo, Tagliata della Scala e Cima Campo mediante appostamenti, nidi di mitragliatrici in caverna, reticolati, ecc.;

c)   il rafforzamento delle difese accessorie dell'opera di Cima di Campo ed il collegamento di esse con le linee difensive della conca di Tesino, fino a Cima d'Asta;

d)  la sistemazione a caposaldo centrale sulla vetta del Grappa;

Quest'ultima doveva a sua volta comprendere:

1)   la costruzione di un fortissimo caposaldo centrale sulla  vetta del Grappa.

2)   La sistemazione a caposaldo delle seguenti posizioni: M. Fontanasecca - Col dell'Orso - Prassolan - Col dei Prai - Col Bonato - Col  Caprile - Col  della  Berretta - M. Pertica - Col Moschin - Col  del

Fenilon - M. Asolone - M. Coston - Col Rainero - M. Oro - C.  del Gallo - C. Campeggia.

3)   Il collegamento,  mediante linee di difesa,dell' imponente gruppo di capisaldi ora detti in modo da ottenere successivi compartimenti stagni.

4)   La costruzione di numerose batterie appoggiate ai capisaldi marginali da Col Campeggia a Col Bonato destinate a portare azione di fuoco sulle posizioni dell' Altopiano d' Asiago e sulle pendici da esso digradanti verso la pianura.

5)   La costruzione di batterie in caverna sulle pendici rocciose di M. la Gusella destinate a battere il fondo di Val Brenta a monte di Solagna ed  a fiancheggiare le  difese di sponda sinistra del Brenta ad ovest di Bassano. Il caposaldo da ricavarsi sulla vetta del Grappa, doveva consistere nella sistemazione di batterie in caverna per cannoni di medio e piccolo calibro e per mitragliatrici; nella costruzione di trinceramenti, appostamenti, reticolati, gallerie

- ricoveri ecc. in modo da costituire il nodo centrale imprendibile della vasta posizione.

Caratteristiche analoghe, ma di più semplice e più rapida esecuzione, avrebbero dovuto avere gli altri capisaldi. E mentre il caposaldo sulla vetta del Grappa doveva costruirsi,in ordine di tempo, subito dopo eseguiti i rafforzamenti e le chiusure del ciglione che scende al Brenta (lettera c) e la costruzione delle batterie (n. 5), gli altri capisaldi e le linee di collegamento di esse (n. 2 e 3) dovevano sistemarsi in tempo successivo, oppure all'atto della effettiva occupazione della posizione. Così pure le difese di sponda sinistra del Brenta (lettera b) e quello di sponda destra dell'Astico (lettera) avrebbero dovuto costruirsi soltanto al momento del bisogno. Venne fatta eccezione per l'apprestamento difensivo del gran caposaldo di M. Grimaldo, M. Coston e Montecchio Precalcino i cui rilevanti lavori, richiedendo tempo notevole, vennero subito iniziati. Nei due volumi dell'opera: "La Guerra alla fronte Italiana" S.E. il gen. Cadorna, fornisce indicazioni precise e dettagliate sulle predette organizzazioni difensive.

Per poter svolgere un si vasto programma di lavori sul Grappa, e per poter, in caso di bisogno, occupare le posizioni su esso prescelte ed armare le batterie, era necessario costruire anzitutto e senza indugio, una comoda strada d'accesso al Grappa. E questa venne studiata ed iniziata subito.Essa è la grande strada del Grappa che da Marchi, presso Romano Alto sale a Col Campeggia e giunta presso Osteria del Campo si biforca; il tronco principale prosegue per osteria la Cibara, falde di M. Coston, fino alla vetta del Grappa; un secondo ramo da osteria del Campo prosegue per Col del Gallo, Col Rainero, Col del Fagheron, Col del Fenilon, Col Caprile, Col della Berretta fino a Col Bonato. Dal ramo ora detto si staccano appositi tratti di accesso a Col Moschin, alle postazioni d'artiglieria, ed alle stazioni di arrivo delle teleferiche che dal fondo del Brenta salivano al margine del massiccio. Il tronco principale della strada in discorso, Marchi - Vetta del Grappa, ha lo sviluppo di circa 30 Km . con pendenza del 7%, soltanto in qualche breve tratto tale pendenza è di poco superata. La larghezza era in origine di m. 5,00 ad eccezione di qualche tratto in cui vennero ricavate apposite piazzette di scambio. Il tronco Osteria del Campo - Col Bonato  di 16 km . con caratteristiche analoghe alle predette ad eccezione di qualche tratto in cui la larghezza, specialmente verso la fine della strada, venne limitata a m.3,50.- Inoltre venne subito intrapresa la costruzione di una teleferica di gran potenza dal Covolo, presso Crespano, alla Vetta del Grappa; e per poter trasportare a più d'opera i materiali dell'impianto (tutti i cavalletti e le membrature delle stazioni erano progettate in ferro) furono costruite due teleferiche di media portata che provvisoriamente sostituivano quella di gran potenza in costruzione. Pure dalla Madonna del Covolo venne fatta partire una carrareccia a forti pendenze che saliva ai Casoni di Ardosia e si collegava alla grande strada del Grappa prima menzionata, subito sotto la vetta. Un'altra teleferica di media portata venne subito impiantata fra  S. Nazario sul Brenta e il ciglione fra Col del Fagheron e Col del Fenilon pel trasporto dei materiali occorrenti per l'esecuzione dei lavori della strada, delle batterie e dei capisaldi. Infine venne fino dai primi momenti studiato il modo di rifornire l'acqua potabile quella vasta zona che ne era assolutamente scarsa.Fu perciò intrapresa la costruzione dell'impianto di sollevamento d'acqua, uno dei più importanti costruiti durante la guerra, che dal fondo della valle di S. Liberale solleva l'acqua fino alla vetta più alta del Grappa, in un serbatoio di cemento opportunamente costruito poco lungi dalla Madonnina. Da questo serbatoio principale dovevano partire le canalizzazioni in tubi d'acciaio o di ghisa destinate ai vari capisaldi, postazioni, baraccamenti e ricoveri ecc.

I predetti lavori di strada, teleferiche ed impianti idrici vennero tutti iniziati nell'autunno 1916 e nei primi mesi del 1917. Successivamente fu posto mano alla costruzione di battere di medio calibro, e ciò non appena l'artiglieria ebbe ultimato lo studio del relativo schieramento, Alla fine dell'estate del 1917 già 42 batterie di medio calibro con riservette, ricoveri, polveriere, caverne, magazzini ecc. erano costruite sul Grappa e pronte ad essere armate. Numerosi osservatori in caverna erano scaglionati sull'orlo del ciglione che scende al Brenta e nelle località più adatte per scorger bene l'Altopiano di Asiago ed il fondo di Val Brenta. Uno di tali osservatori era situato a Col Bonato, sopra Cismon.

Gli sbarramenti della valle del Brenta presso Valstagna formavano parte della sistemazione difensiva del Altopiano d'Asiago e vennero iniziati nell'estate del 1916, contemporaneamente ai lavori della linea marginale della quale formavano la continuazione attraverso la Valle del Brenta. I più importanti erano quelli di Carpanè e del Merlo; con  essi faceva sistema uno sbarramento avanzato detto di Rivalta. Partiva quest'ultimo dalle rocce di Col Moschin (Sasso del Cane), scendeva lungo il ciglio meridionale della stretta valle della Corda e del Pian dei Zoppi, passava il Brenta e per Roncobello saliva fin contro le rocce del Sasso Rosso. Lo sbarramento di Carpanè dalle Laste ossia del Col Moschin scendeva fin presso l'abitato di Carpanè, attraversava il fiume ed in due rami saliva al Col d'Asiago a collegarsi con quell'importante caposaldo della linea marginale. Seguiva lo sbarramento del Merlo che da Col Moschin scendeva seguendo l'orlo del costone roccioso che precipita nel Brenta presso le case del Merlo, passava il Brenta e saliva a raggiungere le rocce che si spiccano da M. Campolongo con direzione da Sud a Nord. Tali sbarramenti erano costituiti da elementi di trincee scavati in roccia, posizioni e nidi di mitragliatrici a tiro frontale e fiancheggiante, sistemate in caverna od all'aperto, ricoveri in caverna, sentieri di collegamento, il tutto protetto da vari ordini di reticolati. Lo sbocco della Val Frenzela era battuto da artiglieria campale sistemata in caverna. La Commissione di cui è cenno nel foglio al quale la presente memoria risponde, si riunì quando tali sbarramenti erano in stato di avanzata costruzione e non fece che proporre il collegamento di essi con le difese, fronte ovest, del ciglione del massiccio del Grappa e con quelle progettate di sponda sinistra del Brenta.

Sul finire dell'estate del 1917, la grande strada del Grappa, compresa la diramazione fino a Col Bonato, la carreggiabile di Crespano, tutte le difese del ciglione verso il Brenta, gli sbarramenti della Valle, la chiusura dei canaloni e dei passaggi fino al Cismon, le difese supplementari a Col del Gallo, le batterie in caverna (tre batterie) a chiusura della conca di Primolano e le difese accessorie di Cima di Campo, erano ultimate e pure pronte per l'armamento erano anche ,come si dice le 42 batterie di medio calibro del Grappa. L'impianto idrico di sollevamento era ultimato e le teleferiche di media potenza funzionavano regolarmente.La teleferica di gran potenza di Crespano, nella primavera del 1917 era già in avanzata costruzione, quando d'ordine della Direzione generale dei lavori di difesa, si dovettero sospendere i lavori, rimandando alla Ditta fornitrice i materiali dell'impianto che erano già tutti giunti a più d'opera. Non rimasero, perciò, a Crespano che le due teleferiche secondarie sussidiate dalla carreggiabile a forte pendenza. Era stato iniziato anche il prolungamento della rotabile grande oltre la vetta del Grappa verso l'Osteria del Forcelletto per le comunicazioni tra il caposaldo principale e quello del Pertica e del Prassolan. Il tracciato di tale prolungamento era stato iniziato attraverso la falda volta ad Ovest e poi a Sud-Ovest della dorsale M. Grappa - M. Pertica e siccome la strada sarebbe riuscita in vita delle posizioni dell'Altopiano d'Asiago, ne furono sospesi i lavori ed il tracciato venne spostato sull'opposta falda della stessa dorsale, al coperto delle posizioni ora dette. I lavori di tale prolungamento erano poco avanzati alla data sopramenzionata.

Il giorno 7 ottobre 1917, S.E. Cadorna, accompagnato dal sottoscritto, visitava le posizioni ed i lavori del Grappa. Dopo aver esaminate le batterie, gli appostamenti, le chiusure dei canaloni che scendono al Brenta ed essersi spinto fino all'osservatorio di Col Bonato, nel pomeriggio volle raggiungere la vetta del Grappa per osservare, dal punto più alto, l'insieme delle posizioni e per prendere in esame, sul posto, il progetto di sistemazione di quel caposaldo.Giunti in vetta e lasciata l'automobile, S.E. percorse in tutti i sensi la vasta posizione; poi, fermatosi nel punto più alto, dopo esser rimasto un po' di tempo, con la carta topografica in mano, a contemplare il vasto panorama che la trasparenza sella magnifica giornata faceva risaltare in modo mirabile nei più minuti particolari, girato attorno lo sguardo e rivoltosi al sottoscritto così si espresse: “Stia bene attento; il Grappa deve riuscire imprendibile; deve essere fortissimo da ogni parte, non soltanto verso occidente; anzi mi raccomando la maggior cura nel sistemare in maniera la più robusta, anche la fronte rivolta a nord, perché se, quod Detis avertat ,dovesse capitare qualche guaio sull'Isonzo, è quì che verrò a piantarmi Guardi bene: laggiù l'Altopiano d'Asiago e le Mellette; quì il Grappa, a destra il Monfenera, poi il Montello e la Piave; in caso di disgrazia è questa la linea che occuperemo”. Tali parole, che rimasero scolpite in modo indelebile e precise nella memoria di chi scrive, apparivano in quel momento dette da S.E. per confermare la conclusione di un suo lungo e laborioso ragionamento interno, e con l'aria soddisfatta di chi,osservando sul posto il terreno, trova che le caratteristiche di questo rispondano con esattezza alla visione ed al ricordo che di esso era rimasto in mente , in seguito ad una visita fatta molti anni addietro. Visitati i lavori in caverna in corso di esecuzione del caposaldo ed approvati gli altri lavori da eseguirsi e il progetto generale del caposaldo, S.E. raccomandò di trar profitto delle buone giornate che si sarebbero avute prima dell'inverno e confermò le istruzioni già impartite circa gli altri capisaldi da sistemarsi soltanto in seguito di tempo o al momento del bisogno. Lodò i lavori della strada compiuti completamente in 10 mesi compresi 4 d'inverno, e l'impianto di sollevamento dell'acqua potabile ultimato pochi giorni prima. E dopo averne attinta ai rubinetti della vasca d'arrivo, ed averla assaggiata, fu ripresa in automobile la via del ritorno.

Riflettendo sui lavori fatti eseguire sul Tomba e sul Monfenera, a Cornuda, sul Montello ed attorno a Treviso nella primavera e nell'estate 1917, contemporaneamente cioè a quelli del Grappa, si scorge come nella mente di  S.E. Cadorna il disegno di ritirarsi, in caso di disastro, sulla linea Melette - Grappa - Montello - Piave si era già formato fino all'autunno del 1916 o alla primavera del 1917e che la visita del 7 ottobre da un punto, come era la vetta del Grappa, dal quale si poteva abbracciare l'intera linea, non aveva fatto che rafforzare e confermare la bontà di tale Suo concetto, che un mese dopo doveva nella sua più nuda crudezza attuarsi.

Al principio di ottobre 1917 i lavori del caposaldo del Grappa si riducevano allo spianamento sotto la vetta al quale metteva capo la grande strada camionabile ed all'inizio degli scavi di alcune gallerie apritesi su detto piazzale e che dovevano servire di accesso alle batterie in caverna. Vi funzionavano 6 gruppi perforatori diretti dal tenente del 2° Genio di M.T. Nisio sig. Francesco Saverio del distretto di Barletta. Inoltre con segnali ben visibili erano state  individuate sul terreno e sulle rocce, le cannoniere delle batterie in caverna, le postazioni per mitragliatrici, gli elementi di trincea, i reticolati ecc. Agli altri lavori attendeva il tenente di complemento del Genio Cravino Gian Luigi del 5°Reggimento, Distretto di Casale Monferrato. In complesso i lavori del caposaldo e della strada verso Osteria del Forcelletto lavoravano 350 operai.

Ai Colli Alti ve ne erano altri 70 con un Ufficiale che stavano ultimando le sistemazioni accessorie delle batterie. Durante tutto il mese di Ottobre i lavori sul Grappa continuarono alacremente. Il giorno 22 di detto mese, il sottoscritto insieme ad altri Ufficiali del Comando di Artiglieria delle Truppe Altipiani, si recò a scegliere delle posizioni e batterie in caverna alle falde di M. La Gusella, nella rocce segnate La Croce (carta al 25.000) destinate ad infilare verso monte la Valle del Brenta ed a fiancheggiare verso valle le difese di sponda sinistra del fiume e ciò in base agli ordini ed alle indicazioni impartite da S.E. Cadorna nella ricordata visita del 7 Ottobre.

In seguito agli avvenimenti dell'Isonzo, il Comando Supremo ordinava di effettuare d'urgenza il collegamento fra il robusto caposaldo delle Mellette (pure visitato da S.E. Cadorna accompagnato dal sottoscritto il 9 Ottobre) col massiccio del Grappa. Il relativo progetto venne tosto concretato dallo scrivente ed il 30 Ottobre esso veniva approvato dal Comando Truppe degli Altipiani. Tale collegamento, dalle pendici orientali di M. Tonderecar scendeva per Le Fratte al ciglione roccioso di sponda destra della Val Gadena, lo seguiva fino  ai roccioni orientali  Sasso Rosso, oltrepassava il Brenta alla Grottella e saliva fin contro le rocce Anzini ad Ovest di Col Caprile.

Il 27 Ottobre fu a Bassano, sede del Comando Truppe Altipiani il Sig.Generale Moris, Comandante del Genio della 4ª Armata per prendere accordi col sottoscritto circa il passaggio del Grappa dalle Truppe Altipiani alla 4ª Armata. Chi scrive non ricordasi in quell'occasione se sia stato compilato un verbale di consegna vero e proprio. Da appunti di taccuino risulta che furono ceduti alla 4ªArmata, insieme ai lavori, 4 Ufficiali del Genio, 420 operai, 6 gruppi perforatori, un rullo compressore, due teleferiche e due impianti idrici, che si trovavano sul Grappa. Il giorno dopo vennero aggiunti a tali elementi 50 soldati della 130 cp. z. e 50 muli delle salmerie che pure erano addetti ai lavori del Grappa. Può darsi che il verbale di consegna dei lavori sia stato compilato da un delegato della seconda Direzione di Zona delle Truppe Altipiani (Direttore il col Sartori cav. Pietro) e da un delegato del Comando Genio della 4ª Armata o della Direzione di Zona residente in Arsiè (XVIII Corpo d'Armata).-

Può anche essere accaduto che, credendosi coi lavori anche tutti gli attrezzi, i materiali e tutto il personale impiegato sui lavori del Grappa, non siasi ritenuta necessaria la combinazione del verbale.Infatti il lavoro mutava soltanto di dipendenza per quanto aveva tratto alla Direzione Generale di esso poiché restavano sul posto gli Ufficiali più particolarmente addetti ai lavori stessi; inoltre i rifornimenti di materiali, in seguito ad accordi presi continuarono ad effettuarsi dal magazzino Genio di Bassano che soltanto più tardi passò alla 4ª Armata. Chiarimenti in proposito potranno forse essere forniti dal Generale Brigadiere in P.A.S. a Firenze, Sartori cav. Pietro e dai due Ufficiali  più addietro menzionati. Ricerche potrebbero anche essere fatte fra i documenti del Comando Genio del VI Corpo d'Armata, del Comando Genio del XVIII Corpo d'Armata, della Direzione della II Zona delle Truppe Altipiani,divenuta poi VIII Direzione della 6ª Armata, ed infine fra i documenti del Comando Truppe Altipiani e Comando genio Truppe Altipiani. Il 2 Novembre venne compilato a Bassano un verbale in duplice copia dal sottoscritto e dal Sig.Generale Moris riflettente l'andamento attraverso il Brenta dello sbarramento della Grottella formante parte del collegamento fra le Mellette ed il Grappa. A detto verbale era annesso un piano d'insieme.

Al XX Corpo d'Armata, che dipendeva dal Comando Truppe Altipiani, veniva assegnata la difesa della valle del Brenta ed occupava anche il margine occidentale del massiccio  del Grappa collegandosi sulla destra con truppe della 4ª Armata. I  lavori dello sbarramento della Grottella e del collegamento fra le Mellette ed il Grappa, vennero subito iniziati e diretti in fondo valle personalmente dal sottoscritto. Contemporaneamente si organizzava un altro sbarramento avanzato a S. Martino, che fu presto perduto. Inoltre si rafforzarono opportunamente gli sbarramenti di Rivalta, di Carpanè e del Merlo e si chiuse la Val Frenzela. Un'altro sbarramento attraverso il Brenta venne iniziato alla altezza di Mignano; tale sbarramento era denominato di S. Giorgio e andava da Col Rainero (sinistra Brenta) fino a M. Caina (destra Brenta), dove si collegava con le linee dell'Altopiano.      

All'altezza di Solagna venne ricavato un altro sbarramento collegante M:Gusella (sinistra Brenta) col predetto caposaldo di M. Caina (destra Brenta).Infine un ultimo sbarramento venne iniziato da Pove (sinistra Brenta) dove con doppio fronte la linea risaliva ad allacciarsi anch'essa a M. Caina predetto. A ciò va aggiunta la testa di ponte di Bassano e la sistemazione difensiva della sponda destra del Brenta dallo sbarramento di Pove Fontaniva. La sistemazione difensiva della sponda sinistra del Brenta a valle di Bassano non venne più attuata dalle truppe dell'Altopiano, perché il pericolo maggiore è più prossimo non era più dato dallo sfondamento della linee degli Altipiani, ormai giunte ad un grado tale di robustezza da ritenerle sicure, come infatti si dimostrarono. Attraverso la Valle del Brenta si ebbero così 7 sbarramenti, non contando quello di S. Martino, subito perduto, e non tenendo conto della testa di ponte di Bassano. Di tali sbarramenti alla fine di Ottobre, due: quello di Valstagna e di Carpanè e quello del Merlo erano in piena efficienza; quello di Rivalta lo si stava completando e rafforzando; quello della Grottella era appena iniziato.

In novembre si intraprese la costruzione degli altri 3 sbarramenti e si proseguirono negli altri quei completamenti e quei rafforzamenti che simili opere sempre richiedono. Quando ai primi di Dicembre 1917 il Comando Truppe Altipiani si trasferì da Bassano a Breganze, anche i nuovi sbarramenti di S. Giorgio, Solagna e Pove e la testa di ponte di Bassano erano in via di ultimazione. Per poter effettuare i rifornimenti di viveri e materiali alle truppe del XX Corpo occupanti il ciglio occidentale del Grappa furono impiantate altre teleferiche, una fra Lanari sul Brenta e Colli Alti; un'altra fra Solagna e Nosellari, ed una terza che in valle di S. Felicita saliva a Col Campeggia. Una strada venne anche costruita sulla falda occidentale del ciglione fra Col Rainero e Col Moschin, per poter comunicare al coperto fra le posizioni occupate dalle truppe del XX Corpo. Inoltre si provvide al rifornimento dell'acqua alle truppe ora dette, mediante altri impianti di sollevamento.

Da quando precede sembra si possa concludere come i lavori eseguiti sul Grappa prima del 28 Ottobre 1917, non fossero di mole così modesta come appare indicato nella citata lettera dell'Ufficio storico. Eseguiti per tutt'altro fine, l'esistenza di essi permise, fino dal 7 Ottobre 1917, di rinforzare e far maturare, in forma precisa e definitiva, nella mente di S.E. Cadorna, la possibilità e la convenienza  di utilizzare il Grappa come caposaldo principale della nuova linea di difesa, dietro la quale in seguito ai disgraziati eventi di Caporetto, si raccolsero le forze della Nazione  per spiccare al momento opportuno, il grande volo vittorioso. Senza la grande strada del Grappa, senza gli altri impianti e le batterie col… pazientemente e silenziosamente sistemati nel periodo dalla fine  del 1916 all'autunno del 1917, la salda occupazione della nuova linea non sarebbe stata assolutamente possibile dopo Caporetto. Meravigliosi furono i lavori eseguiti sul Grappa dopo il 28 Ottobre 1917, ma giustizia vuole che non meno utili e tutt'altro che di e di importanza assai modesta, si debbono riconoscere anche quelli che prima di Caporetto furono col… voluti e fatti eseguire dalla previdente genialità del grande Capo”

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