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Monte Tomba

Dopo la disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917) l'arretramento delle truppe italiane sulla linea difensiva del Monte Grappa e del fiume Piave porta la dorsale del Monte Tomba e della Monfenèra in condizione di prima linea.

Alle ore 1.30 del 17 novembre 1917, un battaglione d'as­salto austriaco espugna la località di Quero e poi la posizione viene consolidata dal grosso degli Jäger della 50ª divisione. Alle ore 8.00 viene occupata Rocca Cisa e 2400 prigionieri italiani cadono in mano alle fanterie della Bosnia-Erzegòvina e austro-tedesche.
Nella stessa giornata, la 17ª divisione di fanteria italiana è invece costretta ad abbandonare la Conca di Alano e Fenèr, e a ritirarsi sulla dorsale tra Osteria Monfenèra (oggi da Miét), il Doc, Monte Tomba, Monfenèra e Monte La Castella.
La 56ª divisione di fanteria italiana, dovendo coprire l'at­tacco del giorno 16 contro Monte Fontanasecca, viene arretrata e dislocata lungo il semicerchio che, partendo dal Madàl, passa per Monte Spinoncia, Porte di Salton, Camparona, Monte Medata, Monte S/ciarèr, Monte Pallón, i Brendài e Osteria Monfenèra.

18 novembre - Cominciano i massicci attacchi della 50ª di­visione Jäger tedesca del generale von Wodke contro la dorsale del Monte Tomba e della Monfenèra: la cima rimane però in mano agli italiani ed i tentativi d'assalto all'arma bianca si protrarranno per cinque giorni.
Anche la sortita del battaglione alpino del Württemberg, guidato dal tenente Erwin Rommel, non raggiunge i successi sperati nei suoi attacchi dal Madàl e da Monte Zoc verso M. Spinoncia.

Il 19 novembre, come dice il Bollettino di Guerra italiano, «…sulla fronte Monte Tomba e Monfenèra, la lotta, cominciata nella notte sul 18, continua accanitissima. Quattro volte il nemico ha interrotto il bombardamento delle nostre posizioni sul costone di Monfenèra, per lanciarvi contro le sue masse: altrettante volte le nostre truppe, con bravura superiore ad ogni elogio, le hanno affrontate e ricacciate ...».

Il 20 novembre, il battaglione alpino Val Cordevole, al co­mando del maggiore Porta sostituisce, sul far del giorno, i re­parti del 92° reggimento della brigata di fanteria Basilicata sulla linea Monfenèra - La Castella.
A nord-est della Val Scura di Alano, il battaglione alpino del Württemberg conquista Monte Spinoncia ed occupa l'impervia dorsale fino ad Est delle Porte di Saltón.
Ad Ovest, sul cocuzzolo che porta al pianoro di Malga Camparóna, si trova la prima linea italiana, posta a difesa del Monte Medàta, della Valle di Archesét e degli S/ciarèr.

Il 21 novembre, il 1° reggimento Kaiserschützen ed il battaglione alpino del Württemberg assaltano il Monte d'Avién, ed il battaglione alpino Val Camonica è costretto a ritirarsi sul Solarolo.
La 98ª brigata Kaiserschützen, da Nord-ovest, si porta molto vicina a Monte Spinoncia, mentre gli attacchi austro-tedeschi contro le trincee di Col dell'Orso e di Monte Tomba conseguono solo piccoli successi parziali.

Sul Tomba gli intensi bombardamenti di artiglieria austriaca rendono praticamente insostenibile la difesa delle trincee sommitali e le truppe italiane si ritirano verso Sud di qualche centinaio di metri.

Il 22 novembre 1917 la resistenza delle prime linee italiane tra Brenta e Piave viene infranta in più punti:
1) in Val Brenta, il 14° reggimento di fanteria austriaca conquista il tunnel ferroviario tra il Termine di Cismon ed il forte di San Marino;
2) gli austriaci penetrano nelle posizioni avanzate di Monte Pertica e, verso sera, un reggimento di Schützen si impossessa della vetta difesa dalla 134ª compagnia del battaglione alpino Monte Rosa; seguono poi contrattacchi di due battaglioni del 93° e 263° reggimento di fanteria italiana;
3) nel pomeriggio, il 26° reggimento di Schützen tedeschi si impossessa di tutta la dorsale tra Osteria di Monfenèra, Monte Tomba e Monfenèra. Le truppe italiane si difendono accanitamente lungo il fianco meridionale, nei pressi di Casera Bianchi.

Da questo momento (tranne che per gli attacchi del 25 novembre successivo), nel settore orientale del Grappa, le operazioni entrano in una fase di relativa stasi.
Verso Ovest invece, si manifestano in tutta la loro asprezza attacchi all'arma bianca sul Col della Berretta (26ª divisione Edelweiss), Monte Pertica, Col Tasson, Monte Casonét, Col dell'Orso, Monte Solarolo, Monte Spinoncia.

Nella notte sul 23 novembre, cominciano ad arrivare a Costalunga di Cavaso le avanguardie delle artiglierie francesi con quattro pezzi prontamente mimetizzati.

Il 25 novembre, il battaglione alpino Val Cordevole respinge tre attacchi successivi (uno diurno e due durante la notte successiva) nella selletta tra Monte La Castella, Casèra Panigàss e Casèra Naranzìne (oggi località alle Betulle) al limite dell'erta salita della Monfenèra.
Lo stesso settore sarà interessato da intenso fuoco di artiglieria e successivi attacchi all'arma bianca nella giornata del 29 novembre: la posizione italiana viene però mantenuta.

Il 2 dicembre, l'Imperatore Carlo d'Asburgo ordina alle sue truppe di sospendere l'offensiva su tutto il fronte e di “consolidarsi sulle posizioni raggiunte, mantenendo tuttavia un atteggiamento tale da far credere al nemico che si sta preparando un nuovo attacco. La sospensione dell'offensiva deve essere segretissima”.

Il 4 dicembre, il XIV Corpo d'Armata inglese (su tre divisioni) ed il XXXI Corpo d'Armata francese (su due divisioni) entrano in prima linea nei settori del Montello e del Monte Tomba: in quest'ultima località si associano ai francesi alcuni reparti della ricostituita 28ª Armata italiana.
Reparti francesi sono presenti anche a Pederobba, Onìgo e Cornuda.

7 dicembre: a Costalunga di Cavaso, l'artiglieria francese lascia il posto al 14° battaglione degli Chasseurs des Alpes.

Il 14 dicembre, alte ore 12.30, si scatena il primo attacco austriaco contro Monte Solarolo e un secondo viene attuato alle ore 16.00. Da parte italiana, in quei tragici momenti, si verificarono numerosi atti di eroismo.
Qui basti solo ricordare i battaglioni alpini Monte Pavione, Val Maira, Monte Arvenis, Val Camonica, Val Cenischia, Feltre, Cividale; il 37° ed il 38° reggimento della brigata di fanteria Ravenna (specie il 2° batta­glione del 38° reggimento); il 53° ed il 54° reggimento della brigata di fanteria Umbria (specie il 3° battaglione del 53° reggi­mento); il 135° ed il 136° reggimento della brigata di fanteria Campania.

Il 17 dicembre, dalle 8.00 alle 11.30, viene intensamente bombardato il Monte Valderoa. I fanti superstiti e gli alpini del bat­taglione Val Cismon si proteggono poco al di sotto della cima. Alcune colonne di fanteria tedesca e reparti d'assalto puntano con la massima decisione verso Monte Solarolo ed il versante a Nord della Val Calcino.
Altre truppe nemiche avanzano lungo le pendici meridionali da San Lorenzo di Alano verso il Madàl, Monte Zoc e Monte Spinoncia. La via è però troppo esposta, cosicché le artiglierie italiane e francesi che aprono il fuoco dagli S/ciarèr e dal Monte Pallon verso Nord, bloccano ogni ulteriore avanzata.

Il 29 dicembre lungo tutto il fronte tra Brenta e Piave, si registrano solo azioni d'artiglieria, particolarmente intense nel settore del Monte Tomba e della Monfenèra.

Il 30 dicembre 1917, l 'accurato fuoco delle artiglierie italiana e francese comincia nella mattinata e si intensifica sempre di più nelle prime ore del pomeriggio. Alle ore 16.00 la fanteria francese passa all'attacco del Monte Tomba: è questo il primo combattimento sostenuto da truppe francesi nello scacchiere del massiccio del Grappa.

La Chiesa Arcipretale di Cavaso subisce gravi danni.

Lo sfondamento del fronte tedesco è massiccio tra Osteria di Monfenèra e Casèra Naranzìne.

Con la conquista definitiva della dorsale del Monte Tomba e della Monfenèra, il fronte ad Est del Monte Grappa trova un assestamento strategico importante, soprattutto se si considerano gli sviluppi successivi della guerra durante la Battaglia del Solstizio (15 giugno - 15 luglio 1918) e, nella fase dell'attacco finale italiano, dal 24 ottobre 1918 in poi.